Apparecchi acustici solari in soccorso dei bambini sordi dei Paesi poveri
Oggi voglio raccontarti una storia edificante, in cui gli apparecchi acustici solari la fanno da protagonisti.
In breve: l’OMS (Organizzazione mondiale della sanità) stima che nel mondo ci siano 360 milioni di persone che devono fare i conti con perdite uditive, e fra queste sarebbero almeno 32 milioni i bambini, per la maggior residenti in Paesi in via di sviluppo.
E’ evidente che questi bambini non possono vivere appieno la loro vita, sia perché non esistono per loro scuole che tengano conto del problema; sia perché non possono far uso di apparecchi acustici, visto l’elevato costo dell’apparecchio in sé, oltre al turnover continuo delle batterie.
Questo è il problema, qual è la soluzione?
Tutto diventerebbe molto più semplice se le batterie potessero attingere energia dal sole in maniera da avere a disposizione “apparecchi acustici solari”, so che non è corretto chiamarli così ma il concetto è molto chiaro.
Ora la domanda è: si possono realizzare apparecchi acustici solari, e come eventualmente?
Della questione si è fatta carico una, tanto giovanissima quanto determinata, Grace O’Brien, fondatrice fra l’altro di Ears for Years, un’organizzazione non-profit che ha già fornito centinaia di apparecchi acustici solari a basso costo a bambini bisognosi d’aiuto per l’udito.
Proprio per questa sua iniziativa si è conquistato il Prize Gloria Barron for Young Heroes 2015.
Qui entra in gioco un altro personaggio, con Solar Ear
Per portare avanti il progetto degli apparecchi acustici solari Grace O’Brien si aggrappa con tutte le sue forze a Howard Weinstein, fondatore di Solar Ear, azienda che produce batterie solari, utilizzabili nell’80% degli apparecchi acustici attualmente in commercio. [youtube id=”fzz669hSARw”]
Produce anche apparecchi acustici digitali programmabili il cui costo è appena il 10% rispetto a quelli sul mercato. Nel senso che se gli apparecchi acustici in commercio costano 1000 (magari!), gli apparecchi acustici solari della Solar Ear, rispondenti alle caratteristiche stabilite dall’OMS, ne costano soltanto 100, capito il concetto?
Nasce così la collaborazione fra Grace O’Brien e Howard Weinstein.
Dichiara Weinstein: «Avremmo potuto brevettare il caricabatterie Solar Ear in un batter d’occhio, ma abbiamo preferito dare la possibilità ad altri di copiare il nostro progetto. Infatti, se qualcuno, copiandoci, produce apparecchi acustici solari più economici, migliorando la versione della Solar Ear, e usa un canale di distribuzione indipendente da noi per fare arrivare gli apparecchi a un numero maggiore di bambini con perdita di udito, avremo raggiunto il nostro obiettivo, anche se ciò dovesse estrometterci dal mercato.»
Solar Ear produce attualmente in Brasile, Cina, Messico, Russia e Singapore, ma con una condizione posta dallo stesso Weinstein: che nel progetto vengano coinvolte persone con difficoltà uditive che potranno così sperare in un futuro migliore.
Allora, è o no, una storia edificante? Io penso di sì. E tu cosa ne pensi? Lascia per favore un tuo commento.
Buona giornata!
[by Acufeni, che fare?]