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venerdì, 22 Novembre 2024
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Progetto acufene, quali messaggi arrivano dalla “scienza”

Acufene o Tinnitus, la sostanza non cambia

Riferiva il dottor Silvano Gallus (Mario Negri) nel presentare il “Progetto Acufene” che da una ricerca effettuata risultava che di tinnitus (acufene in italiano),  fino al 2014 e a partire dal 1946, esistevano in letteratura 9184 articoli, come voce singola, e 386 se alla voce tinnitus si aggiunge “risk factor”.

Ricerca effettuata su Medline (la Bibbia dei medici).

9184 articoli per tinnitus (acufene), contro i 2.927.447 per “Cancer“, i 30.537 per “Otitis” e i 28.330 per “Migraine” (emicrania). Poca cosa, dunque.

Nasce così il “Progetto Acufene”

Eppure si stima che nel mondo a soffrire del fenomeno sia qualcosa come il 10% della popolazione, vale naturalmente anche per l’Italia.

Fra l’altro, così Gallus, «I pochi studi epidemiologici pubblicati per valutare le possibili cause dell’acufene avevano un disegno di tipo “cross-sectional” (studio di prevalenza), a bassa capacità di identificare fattori di rischio causali.» Meglio mi sento, poco o nulla ci dice la “scienza” sul perché del fenomeno.

Da qui la necessità di dar vita al Progetto Acufene, grazie anche alla collaborazione fra Mario Negri e AIT (Associazione italiana tinnitus-acufene).

Progetto Acufene e prime risultanze

Ad agosto 2015 la rivista scientifica Neuroepidemiology [2015; 45: 12-19] ha pubblicato i primi risultati di un’indagine condotta da Gallus sull’incidenza dell’acufene sugli italiani adulti (nulla ancora sulle cause, ma la ricerca non prevedeva questo aspetto).

L’articolo «indica che in Italia, l’acufene colpisce circa 3 milioni di adulti e compromette gravemente la qualità della vita di oltre 600.000 italiani di età ≥45 anni.»

Il Progetto Acufene nel suo complesso

Il Progetto Acufene, come si evince dalla presentazione che ne ha fatto Gallus a Udine, il 5 aprile 2014, verterà su 4 studi principali:

«1) Nuovo e dettagliato studio di prevalenza (cross-sectional) dedicato all’acufene. [Quello citato sopra].
2) Studio caso-controllo su un grande numero di casi incidenti (500-1000) e di controlli (ugual numero).
3) Studio prospettico (coorte dei casi con follow-up di 2 anni) che consenta di generare ipotesi di riduzione del sintomo (da testare successivamente in studi clinici controllati-clinical trial).
4) Creazione della prima Online Community di pazienti Italiana (Dott. Eugenio Santoro, IRFMN).»

E’ vero, sull’acufene sappiamo ancora molto poco. Non però noi che ne soffriamo.

Ci piacerebbe che la “scienza” prendesse sul serio questa condizione debilitante, e che riuscisse magari a fornire qualche utile indicazione perché il numero dei pazienti non cresca a dismisura nel prossimo futuro.

Buona giornata!

[by Acufeni, che fare?]

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