Udire, si fa presto a dire apparecchi acustici. E poi?
Per fortuna di tanto in tanto c’è qualcuno che si prende la briga di verificare come stanno le cose in Europa per quanto riguarda il pianeta udire, per esempio.
Di questo argomento ha parlato recentemente il portale Hear-it, ma “it” in questo caso non sta purtroppo per “italiano”, è in inglese, dobbiamo rassegnarci.
L’apertura è confortante: Sempre più europei che devono fare i conti con una perdita d’udito, fanno ricorso per udire, agli apparecchi acustici. E “sono sempre più quelli che usano gli apparecchi per tutti e due gli orecchi”, che scoperta, verrebbe da dire!
Si tratta di affermazioni generiche o documentate?
Risulta dalle ricerche EuroTrak studies a partire dal 2009, quindi nel 2012, e ultimamente nel 2015.
Le rilevazioni sono state compiute in Germania, Regno Unito e Francia. Dal che consegue che per l’Italia tutte le affermazioni riportate in questo post non valgono, siamo un Paese a parte, e giustamente, perché non siamo tipi da adeguarci (se non a parole).
Aggiungo però che per l’Italia è disponibile la ricerca EuroTrak_2015_ITALY (di cui parlerò in un altro post).
In ogni caso diamo ugualmente un’occhiata ai dati forniti, chissà che non servano almeno agli Audioprotesisti per far crescere il numero dei propri clienti desiderosi comunque di udire, nonostante tutto.
Dunque, in percentuale, chi indossa apparecchi acustici nei tre Paesi investigati perché ha smesso di udire correttamente raggiunge una percentuale del 37% (era del 33% nel 2009).
Da segnalare inoltre che nello stesso periodo sono cresciuti (dal 55% al 69%) coloro che usano apparecchi per entrambi gli orecchi.
Sono soddisfacenti queste accresciute proporzioni?
Sicuramente la soddisfazione è palpabile fra coloro che adesso si sono decisi a indossare gli apparecchi acustici bilaterali, soprattutto per quanto riguarda l’uso riferito di apparecchiature telefoniche con estensione (ma questo particolare ho seri dubbi, per esperienza diretta) alla capacità di udire nonostante l’ambiente rumoroso. Io però sto alla larga da bar e ristoranti…
Uno degli elementi più apprezzati è il design dell’apparecchio che si indossa, e sono veramente pochi quelli che provano imbarazzo per la scelta di ricorrere agli apparecchi acustici.
Ha dichiarato Kim Ruberg, segretario generale di hear-it AISBL: «Siamo davvero felici che sempre più persone indossino gli apparecchi acustici. Sono numerosissimi gli studi che evidenziano quanto e come possa migliorare la qualità della vita. Non solo, ma gli studi più recenti non nascondono che ne va della durata della vita stessa per chi non fa uso di apparecchi acustici per via di qualche difficoltà uditiva.»
Alla ricerca hanno partecipato circa 135.000 soggetti distribuiti nei Paesi: Germania, Francia, Inghilterra.
Aggiungo che, chissà come mai, nessuno degli studi realizzati finora da Ehima [European Hearing Instrument Manifacturers Association] riguarda la popolazione italiana.
Forse gli Audioprotesisti potrebbero far sentire la propria voce a riguardo, giusto per guardare al futuro, che è già qui, come affermava lo slogan di Rimini, ma ancora non si vede…
Buona giornata!
Vai alla ricerca EuroTrak-trends-2009-2015 Ehima (power point)
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[by Acufeni, che fare?]