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Udito compromesso e Acufeni insieme, verso la tempesta perfetta

Quando l’udito compromesso incontra gli Acufeni si creano le condizioni per la tempesta perfetta

Chi ha sperimentato in prima persona un udito compromesso (leggi: ipoacusia improvvisa, perdita d’udito e via discorrendo, per non parlare di Ménière) che cospira insieme agli acufeni per farti star male, sa bene di cosa sto parlando.

Naturalmente il primo a essermi trovato in questa spiacevole situazione sono io, e ne posso quindi parlare con grande cognizione di causa, scusa se ti sembro presuntuoso…

Ma scopro adesso che questa condizione è molto più diffusa di quanto si possa immaginare e compromette in maniera molto seria la qualità di vita di moltissime persone.

Al punto che è diventata oggetto di studio.

Giusto per citare un esempio recente, la britannica BTA (British Tinnitus Association) ha commissionato a The Ear Foundation uno studio con lo scopo di registrare le esperienze di chi deve fare i conti con udito compromesso e acufeni (in inglese “acufeni” si dice tinnitus).

La ricerca su udito compromesso e acufeni

La ricerca, pubblicata a settembre 2015, ha somministrato un questionario a 1432 adulti con udito compromesso e acufeni.

Hanno risposto alle domande del questionario 1288 persone con problemi d’udito da moderati a gravi e profondi, associati ad acufeni.

Il 33% del campione aveva meno di 50 anni, il 66% era over 50 (per il restante 1% non è stato possibile individuare l’età).

I maschi costituivano il 56%, le donne il 43% (il restante 1% non ha specificato il sesso).

Il 3% del campione accusava perdite uditive dalla nascita, il 10% dai 18 anni, l’82% dopo i 18 anni  (il 5% non ha specificato quando si è presentato il problema).

All’incirca il 50% non faceva uso di apparecchi acustici, il 48% ne faceva uso, l’1% utilizzava apparecchi acustici a conduzione ossea, e l’1% aveva impianti cocleari.

Il 41% soffriva di perdita d’udito unilaterale e il 59% bilaterale.

Le cause del problema uditivo

La risposta maggiormente ricorrente sulle cause del problema segnalava “causa sconosciuta“.

Tuttavia nel gruppo con ipoacusia media o moderata la causa più comune era indicata nel rumore, seguita dall’età che avanza.

Nel gruppo con perdite più gravi la causa era fatta risalire a virus o infezioni.

L’insorgere degli acufeni era collegato generalmente a esposizione al rumore o suoni eccessivamente elevati, nel gruppo con ipoacusia media o moderata, mentre nel gruppo con perdita d’udito più grave si accusava genericamente un cambiamento in peggio dell’udito.

I risultati che emergono dallo studio

Ben il 36% del campione nel suo insieme soffriva di acufeni da oltre 10 anni.

La maggioranza (72%) avverte il problema senza sosta o interruzione.

Per il 31% il problema degli acufeni è molto grave tanto da impattare negativamente sulla qualità della vita (a livello di stress, comunicazione, relazioni sociali ecc.).

Da sottolineare come le risposte aperte al questionario facciano riferimento a sentimenti di disperazione e pensieri di suicidio.

Sulla combinazione sordità-acufeni sono stati espressi i pensieri che seguono:

a. entrambe le condizioni associate risultano praticamente invisibili agli occhi degli stessi familiari oltre che in ambito lavorativo e professionale;

b. lo stress porta all’esasperazione gli acufeni, mentre il fatto di non sentire rende la situazione ancora più stressante;

c. il rumore accresce la potenza degli acufeni e crea ulteriori difficoltà alle persone ipo-udenti e ciò crea ulteriore stress;

d. i test audiologici risultano più complessi (e spesso falsati) a causa degli acufeni;

e. alcuni suggerimenti per gestire gli acufeni, come suoni per mascherarli e tracce musicali, sono inutilizzabili per chi soffre di sordità;

f. i professionisti del settore non sono in grado di capire il fenomeno nel suo insieme “sordità-acufeni”, e si concentrano sulla sordità ignorando la presenza degli acufeni;

g. viene riferito dagli intervistati che la tecnologia (apparecchia acustici, impianti cocleari) si rivela d’aiuto nel ridimensionare gli acufeni; sta di fatto però che la metà del campione non vi fa ricorso;

h. il ruolo degli Audioprotesisti viene descritto come d’aiuto, quando esercitato in maniera appropriata.

Cosa può fare il paziente che soffre di sordità e acufeni insieme

Per l’auto-aiuto vengono segnalati dal campione:

a. la lettura di articoli (66%), risorse da internet (63%), esercizi di rilassamento (39%).

A fare uso delle risorse da internet è più il gruppo con ipoacusia moderata, mentre il gruppo con ipoacusia severa si affida più a gruppi ai auto-aiuto.

b. le risorse da internet (74%), la lettura di articoli (73%) e libri di auto-aiuto (63%) sono considerati di grande aiuto.

Quanto al futuro, si spera in una cura per gli acufeni in maniera da poter almeno gestire il problema specialmente quando è accompagnato da ipoacusia.

Le raccomandazioni a seguito della ricerca

1. I professionisti in tutte le discipline coinvolte farebbero bene a chiedersi se stanno prendendo seriamente il problema degli acufeni accusato dai pazienti.

2. Chi sperimenta maggiormente l’impatto degli acufeni sono i pazienti con perdita d’udito rilevante. Ma proprio questi rischiano di non avere assistenza. I professionisti dovrebbero essere maggiormente consapevoli dell’impatto che sordità e acufeni insieme hanno sul paziente.

3. I test audiologici possono essere falsati dalla presenza di acufeni. Occorre tenerne conto.

4. L’aiuto del professionista non può prescindere da un percorso da compiere insieme, inclusi consigli e incoraggiamenti. Sembra poi esistere un legame tra impatto degli acufeni e autostima.

5. Persone che presentano ipoacusia e acufeni insieme sarebbero da incoraggiare verso l’uso degli apparecchi acustici, anche nel caso in cui il paziente non crede che possano funzionare.

6. I gruppi di auto-aiuto sembrano avere un grande valore nella gestione degli acufeni, ma occorre che il gruppo sia moderato in maniera professionale per tenere lontane le negatività che potrebbero presentarsi.

7. Forum su internet possono essere presi in considerazione in una prospettiva di auto-aiuto.

8. I professionisti devono essere consapevoli del valore attribuito al gruppo volontario da parte dei partecipanti.

Buona giornata!

Scarica la ricerca BTA-TEF – Conspiring Together FINAL, in versione integrale

[by Acufeni, che fare?]

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