Come rigenerare le cellule ciliate. A che punto siamo
Su come rigenerare le cellule ciliate si sono versati fiumi d’inchiostro, come si dice, ma nessun ricercatore è al momento venuto a capo di questa pratica (futuribile) che ha tutta l’aria di voler assumere le sembianze del famoso uovo di Colombo (il navigatore, non il volatile).
In realtà, questo è il tema, le sordità più diffuse sono quelle da attribuire al deterioramento, se non addirittura alla morte delle cellule ciliate.
Il dramma è che nei mammiferi, e quindi nel genere umano, una volta distrutte o danneggiate queste benedette cellule non si rigenerano più vita natural durante, mentre in altre specie, per esempio gli uccelli, questa iattura non si verifica, e morta una cellula se ne riforma un’altra (vado a spanne naturalmente, ma la sostanza è quella).
Un chiodo fisso per la ricerca
Il punto è che se si riuscisse a trovare il modo di rigenerare le cellule ciliate la ricerca scientifica avrebbe fatto un passo da gigante verso la soluzione di un problema che colpisce milioni e milioni di persone al mondo.
Finora ci hanno provato in tanti, e a fare le spese degli esperimenti scientifici, o presunti tali, sono stati i topi di laboratorio che, per fortuna nostra, hanno fatto registrare risultati positivi.
Questo dato di fatto però non vuol dire che si è prossimi a passare alla sperimentazione sull’uomo, ce ne vuole!
Per questo motivo è interessante dare conto di tanto in tanto dei progressi che la scienza sta facendo in questo settore, vuoi per alimentare delle “legittime” speranze di chi non ci sente più a causa proprio delle cellule ciliate, vuoi per non alimentarne di eccessive perché del tutto improbabili.
Va in questa direzione la ricerca che presento oggi, che ha per titolo “Regeneration of Auditory Hair Cells: A Potential Treatment for Hearing Loss on the Horizon” [Acoustic Today, Summer 2016; pp.40-48].
Orecchio interno, coclea e cellule ciliate
Fatta una doverosa premessa di anatomia sul funzionamento del sistema acustico, l’articolo ribadisce il concetto che riguarda l’impossibilità della rigenerazione delle cellule ciliate nei mammiferi.
Ciò comporta il fatto che oggi come oggi non è possibile trovare un rimedio all’ipoacusia se non attraverso apparecchi acustici, in caso di sordità “moderata”, oppure con impianto cocleare se la perdita uditiva è severa.
Trent’anni fa però si è scoperto che la rigenerazione delle cellule ciliate è un dato di fatto negli uccelli e ciò ha fatto nascere speranze circa la possibilità che ciò possa essere trasferito anche ai mammiferi, genere umano compreso.
Da allora sono stati fatti molti passi avanti e l’articolo in questione vuole essere appunto una rassegna quanto più possibile completa dei progressi fatti in questa direzione.
Danni alle cellule ciliate e rigenerazione
Le cause del danneggiamento delle cellule ciliate sono diverse e numerose: esposizione prolungata a rumori e suoni ad alto volume; farmaci ototossici; malattie (Ménière); avanzare dell’età; cause sconosciute.
Fino al 1987 si è sempre pensato che rigenerare le cellule ciliate fosse un evento da escludere. Poi però si è scoperto che negli uccelli, nelle rane, nelle salamandre e in altri vertebrati la rigenerazione avveniva regolarmente.
La conclusione è stata: la rigenerazione delle cellule ciliate è comune in tutti vertebrati, tranne nei mammiferi.
Perché? Questa è la vera sfida per gli scienziati.
Anche perché questa rigenerazione risulterebbe al limite possibile, grazie alle cellule staminali, nella coclea di un mammifero allo stato neonatale, ma non in quella di un mammifero adulto.
La ricerca confida nelle cellule staminali
Le maggiori speranze sono affidate a un trapianto di cellule staminali in grado di differenziarsi in cellule ciliate, in presenza di determinate condizioni e grazie a specifici agenti chimici.
Cellule staminali vengono del resto utilizzate per patologie cardiache, cecità, leucemia.
Dunque, in teoria, è possibile utilizzare cellule staminali totipotenti, anche nel caso in cui si vogliano rigenerare le cellule ciliate.
Esistono però dei freni e degli interrogativi
In particolare non sappiamo come le cellule staminali potranno essere integrate nell’organo del Corti, innervate dal nervo acustico, maturare in cellule adulte, e soprattutto sopravvivere.
Senza contare che la stessa introduzione di cellule staminali nell’organo del Corti è una sfida non indifferente, data la complessità e la delicatezza dell’ambiente in cui questo trapianto dovrebbe essere effettuato.
In sostanza, anche se la strada sembra promettente, esistono ancora parecchi ostacoli da superare.
Scrivono gli autori della rassegna: «Per esempio, non sappiamo quante cellule ciliate debbano essere rigenerate per ripristinare in maniera adeguata l’udito.»
Così come ignoriamo ancora diversi altri aspetti sulla diagnostica e le fasi investigative preliminari, prima di poter intervenire sull’uomo.
Però – questa è la conclusione dell’articolo – «Anche se esistono ancona parecchie sfide per poter rigenerare le cellule ciliate danneggiate nei mammiferi, molti ostacoli sono già stati superati, con la promessa di nuove ricerche all’orizzonte per un possibile nuovo trattamento per la perdita dell’udito.»
[by Acufeni, che fare?]