Oggi la percentuale di italiani affetti da ipoacusia è del 12 per cento. Ma le cifre sono destinate a salire ben oltre le previsioni per la terza età. Nel 2010, con un incremento medio annuo del cinque per cento, il problema potrebbe interessare il 27 per cento della popolazione: ci saranno più sordi che anziani. Il problema non è solo italiano: tra tutti i continenti, l'Europa risulta essere il più colpito.
Quali le cause? "I motivi sono molteplici – dice il dottor Giordano – ma primo fra tutti la mancanza di leggi specifiche sul rumore". In Italia sono ben poche le norme che tutelano la salute del cittadino contro il sanno acustico: una risale al 1991 (la 277), l'altra al '94 (la 626) e stabiliscono doveri e obblighi del lavoratore, del datore di lavoro e del medico competente. Per questo, dice il medico, sono necessari "maggiori e più capillari controlli dell'applicazione delle norme". Ma non è sufficiente: è importante creare un organismo che si occupi di tutelare l'udito dei cittadini.
Con questo obiettivo nasce la proposta di una task force che organizzi campagne di screening audiometrico sulla popolazione a rischio e che si incarichi di creare negli ambienti a rischio – in particolar modo nei grandi centri urbani, negli aeroporti, nelle grandi aziende soprattutto metalmeccaniche e tessili – delle aree dove l'udito possa trovare un po' di silenzio e di sollievo.
Utile sarebbe, propone il medico, rendere obbligatoria la valutazione audiometrica durante le visite per il rilascio o il rinnovo della patente di guida. Se non si interviene subito, nel 2015 saranno circa un miliardo gli abitanti dei Paesi industrializzati a soffrire di deficit uditivo – 90 milioni solo in Europa – con una spesa assistenziale attorno ai 60 miliardi di dollari. Il costo della sordità oggi nel mondo si aggira intorno ai 20 miliardi di dollari l'anno. "Ma se non si corre presto ai ripari potrebbe triplicare".