Si chiama Soundbite e promette di far recuperare l’udito ai non udenti, con un sistema “hi tech” e invisibile. Non sarà Hi-Fi, ma può risolvere problemi veri
Alcuni conosceranno, magari per prova diretta, il principio della conduzione audio ossea per mezzo del quale, sfruttando la vibrazione impressa alle ossa del cranio, si riesce a sentire come se i suoni provenissero dall’interno. Questo principio è stato applicato a dispositivi medici che hanno consentito di far parzialmente recuperare l’udito anche a persone con gravi problemi di sordità.
Inoltre negli ultimi anni, anche sul mercato dell’elettronica di consumo hanno fatto la loro comparsa dei modelli di cuffie a conduzione ossea, pensati ad esempio per ascoltare la musica sott’acqua o, al contrario, in ambienti fortemente rumorosi: generalmente simili a delle cuffie standard, hanno, al posto della membrana degli altoparlanti, un disco rigido vibrante (piezoelettrico), da applicare direttamente sull’osso temporale, davanti o dietro ai padiglioni auricolari.
Tornando invece al settore dei dispositivi elettromedicali, sorprende il prodotto di Sonitus Medical, il quale pur sfruttando lo stesso principio, lo applica dall’interno della bocca. Tale dispositivo, che si chiama “Soundbite” e per il quale l’azienda californiana ha appena ottenuto l’approvazione CE per la vendita in Europa, viene collocato sull’arcata dentale superiore, agganciandolo all’ultimo molare. Gli impulsi che lo mettono in vibrazione provengono da un trasmettitore radio esterno, nascosto dietro l’orecchio (dove si trova anche un piccolo microfono).
Il sistema, quindi, oltre ad essere praticamente invisibile, non richiede nessun intervento chirurgico: è lo stesso paziente che la sera toglie il Soundbite per caricarne le batterie, e se lo rimette il giorno successivo. L’effetto, stando alle dichiarazioni dell’azienda, dovrebbe essere in pratica quello di far recuperare l’udito completo a chi sente solo da una parte (purché, della parte rovinata, siano integre le parti dell’orecchio interno, in particolare coclea e nervo uditivo). Per una volta parliamo dunque di un prodotto non certo di alta fedeltà (la propagazione del suono attraverso le ossa taglia di fatto le frequenze limitandole nei casi migliori al range 250-12k Hz), e che lascia un po’ sorpresi: ma, a differenza di certe bufale, abbiamo qui un prodotto reale e che dovrebbe risolvere problemi seri. Restiamo in ascolto!
Alcuni conosceranno, magari per prova diretta, il principio della conduzione audio ossea per mezzo del quale, sfruttando la vibrazione impressa alle ossa del cranio, si riesce a sentire come se i suoni provenissero dall’interno. Questo principio è stato applicato a dispositivi medici che hanno consentito di far parzialmente recuperare l’udito anche a persone con gravi problemi di sordità.
Inoltre negli ultimi anni, anche sul mercato dell’elettronica di consumo hanno fatto la loro comparsa dei modelli di cuffie a conduzione ossea, pensati ad esempio per ascoltare la musica sott’acqua o, al contrario, in ambienti fortemente rumorosi: generalmente simili a delle cuffie standard, hanno, al posto della membrana degli altoparlanti, un disco rigido vibrante (piezoelettrico), da applicare direttamente sull’osso temporale, davanti o dietro ai padiglioni auricolari.
Tornando invece al settore dei dispositivi elettromedicali, sorprende il prodotto di Sonitus Medical, il quale pur sfruttando lo stesso principio, lo applica dall’interno della bocca. Tale dispositivo, che si chiama “Soundbite” e per il quale l’azienda californiana ha appena ottenuto l’approvazione CE per la vendita in Europa, viene collocato sull’arcata dentale superiore, agganciandolo all’ultimo molare. Gli impulsi che lo mettono in vibrazione provengono da un trasmettitore radio esterno, nascosto dietro l’orecchio (dove si trova anche un piccolo microfono).
Il sistema, quindi, oltre ad essere praticamente invisibile, non richiede nessun intervento chirurgico: è lo stesso paziente che la sera toglie il Soundbite per caricarne le batterie, e se lo rimette il giorno successivo. L’effetto, stando alle dichiarazioni dell’azienda, dovrebbe essere in pratica quello di far recuperare l’udito completo a chi sente solo da una parte (purché, della parte rovinata, siano integre le parti dell’orecchio interno, in particolare coclea e nervo uditivo). Per una volta parliamo dunque di un prodotto non certo di alta fedeltà (la propagazione del suono attraverso le ossa taglia di fatto le frequenze limitandole nei casi migliori al range 250-12k Hz), e che lascia un po’ sorpresi: ma, a differenza di certe bufale, abbiamo qui un prodotto reale e che dovrebbe risolvere problemi seri. Restiamo in ascolto!
Fonte: http://www.dday.it/