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martedì, 16 Luglio 2024
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È bufera sulla sanità napoletana Arrestato il primario Paolo Jannelli

Il responsabile dell’ortopedia avrebbe dirottato in una clinica privata i pazienti dell’ospedale Cardarelli

NAPOLI – Blitz sulla sanità campana (con qualche «risvolto» in Toscana), con 13 provvedimenti cautelari contro medici e paramedici accusati di concussione, abuso d’ufficio, falso e truffa a danno della pubblica amministrazione. Tra gli arrestati anche un nome «eccellente», quello del primario ortopedico Paolo Jannelli.

I PROVVEDIMENTI CAUTELARI
– Sono in tutto 13: un arresto in carcere, 2 arresti domiciliari, tre divieti di dimora in Napoli e 7 obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria. Oltre a questi ci sono 42 decreti di perquisizioni domiciliari emessi dalla procura di Napoli nei confronti di personale medico e amministrativo di varie strutture ospedaliere napoletane, tra cui l’ospedale Cardarelli, nonché di alcuni dipendenti della Casa di cura privata «Villa del Sole». I reati contestati sono l’associazione per delinquere finalizzata alla concussione, abuso d’ufficio, falso e truffa in danno alla pubblica amministrazione. Le indagini sono state coordinate dai pm Francesco Curcio ed Henry John Woodcock.

NOME ECCELLENTE – Tra gli arrestati figura il primario di ortopedia dell’ospedale «Cardarelli», Paolo Jannelli (in foto), condotto in carcere. Agli arresti domiciliari il fratello del primario, Gabriele, e l’amministratore della casa di cura «Villa del Sole», Marco Von Arx. Secondo l’accusa gli indagati dirottavano verso la clinica privata pazienti dell’ospedale «Cardarelli» che attendevano di essere operati. L’inchiesta nasce da controlli della Guardia di Finanza sulle prestazioni sanitarie in regime di intramoenia. Successivamente gli inquirenti hanno delegato ai carabinieri del Nucleo antisofisticazioni e sanità la parte dell’indagine relativa ai ricoveri e agli interventi chirurgici. I carabinieri hanno quindi accertato che i pazienti per essere operati nella struttura privata pagavano anche diverse migliaia di euro a fronte di interventi che potevano essere eseguiti a carico del Servizio sanitario nazionale.

LE ACCUSE DEI PM – I magistrati Curcio e Woodcock contestano a Jannelli che la seconda divisione di ortopedia dell’ospedale Cardarelli di Napoli fosse stata trasformata in un «vero e proprio centro di reclutamento di pazienti gestito dal primario». I pazienti – sostengono i pm – venivano dirottati alla casa di cura Villa del Sole, di proprietà, tra l’altro, dello stesso Jannelli. I pm spiegano che Jannelli «dopo aver prospettato speciosamente (e sistematicamente) ai degenti tempi lunghi di attesa per poter essere sottoposti alle cure e soprattutto agli interventi necessari, induce gli stessi a trasferirsi presso la casa di cura Villa del Sole, approfittando delle loro condizioni fisiche precarie, del loro stato di soggezione e di diminuita capacità di discernimento, così sfruttando ai fini di lucro la sua condizione di preminenza ed altresì costringendo persone deboli a lui affidate per la professione svolta a prendere decisioni che altrimenti non avrebbero preso».

SOTTRASSE I FERRI – Nell’ambito dell’inchiesta, un chirurgo ortopedico di 36 anni, che vive e lavora ad Arezzo, è stato denunciato per peculato in concorso. Secondo l’accusa, quando lavorava al Cardarelli di Napoli, dove è rimasto fino al 2010 per poi trasferirsi ad Arezzo, avrebbe sottratto i ferri chirurgici in dotazione alla struttura pubblica e li avrebbe utilizzati per eseguire operazioni presso la casa di cura campana «Villa il Sole».

GLI ALTRI INDAGATI – I l divieto di dimora nel comune di Napoli è stato applicato nei confronti di Umberto Bocchetti, Mario Chiantera, ortopedico del Cardarelli, e Giuseppe Trotta, anch’egli dirigente medico della Divisione di ortopedia dello stesso ospedale. L’obbligo di presentazione è stato disposto per Gennaro Devoto, ortopedico dell’ospedale Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli, Vincenzo D’Aniello, anch’egli ortopedico a Pozzuoli, Carlo Carli, ex dirigente medico dell’Asl Napoli 2 presso il distretto di Bacoli attualmente in pensione; Ettore Dell’Anna, otorinolaringoiatra dell’ospedale San Giuliano di Giugliano in Campania, Clara Belluomo Anello, dirigente del reparto di terapia intensiva del Primo Policlinico di Napoli, Michele Chiariello, medico anestesista presso Villa del Sole e Luigi Angrisani, direttore dell’Unità operativa di chirurgia dell’ospedale San Giovanni Bosco.

IL CARDARELLI: SOSPESI – Scatterà nel giro di qualche ora il provvedimento di sospensione per tutti i destinatari delle misure cautelari disposte dal gip presso il tribunale di Napoli nell’ambito dell’inchiesta sul reparto di ortopedia dell’ospedale Cardarelli. Lo ha annunciato il direttore generale del Cardarelli, Rocco Granata. Un’inchiesta interna è stata già disposta dalla direzione generale dell’ospedale. «Abbiamo già nominato il legale, l’avvocato Giuseppe Pellegrino, e ci costituiremo in giudizio per qualunque danno, materiale o di immagine, arrecato all’azienda ospedaliera», ha aggiunto Granata.

IL MINISTRO – «Colpito il malaffare in sanità. Chi non rispetta le regole ruba la salute ai cittadini». Lo dichiara il ministro della Salute, Renato Balduzzi. L’operazione, sottolinea, «conferma l’esistenza di aree di illegalità e corruzione all’interno delle strutture del servizio sanitario nazionale». «Bisogna tenere altissima la guardia – avverte Balduzzi – perché‚ le tentazioni sono molteplici, e l’operazione di Napoli è emblematica perché‚ ha permesso di far luce su una rete preoccupante di medici, paramedici e amministratori sanitari e assicurare alla giustizia professionisti che hanno inquinato le relazione tra medico e paziente costruendo un sistema di illegalità nelle prestazioni sanitarie in regime di intramoenia». Il ministro della Salute plaude dunque all’azione dei carabinieri e della Guardia di Finanza che, conclude, «conferma in sanità l’esistenza di un sistema di controllo diffuso e raffinato che permette di colpire il malaffare: Chi non rispetta le regole ruba la salute ai cittadini, oltre che le risorse al Sistema sanitario nazionale».

CALDORO – «La Regione è interessata e sostiene operazioni di legalità e trasparenza. L’azione della magistratura e delle forze dell’ordine percorre queste finalità», cosi il Presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro. «Ci auguriamo che sia fatta massima chiarezza nel contesto della presunzione di innocenza, che vale sempre», aggiunge Caldoro. «Si tratta di professionisti noti e stimati in città, ma questo non ci impedisce di chiedere la massima severità nell’accertamento delle responsabilità», conclude Caldoro.

IL PD: «SQUARCIO PREOCCUPANTE» -«L’indagine ha aperto uno squarcio preoccupante sui rapporti tra pubblico e privato nella sanità regionale campana – afferma Peppe Russo, capogruppo Pd in Consiglio regionale -La stessa delibera sull’accreditamento delle strutture private ha avuto un iter complicato perché resta ancora indefinita la capacità del sistema pubblico di rispondere ai bisogni di salute dei cittadini, rendendo pressoché impossibile definire la quantità e la qualità dell’offerta privata ad integrazione del servizio pubblico».

Fonte: http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it 06 marzo 2012




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