Se uno dei nostri sensi funziona di meno, gli altri funzioneranno di più, per compensare. Lo abbiamo sempre sentito dire, ma una ricerca, oggi, dimostra e chiarisce meglio cosa succede a livello cerebrale.
Lo studio, finanziato dagli statunitensi National Institutes of Health, ha esaminato cosa succede nel cervello delle persone nate sorde. Con l’impiego della risonanza magnetica funzionale i ricercatori sono andati a vedere cosa succede nelle aree della corteccia deputate al senso dell’udito ed hanno trovato che, nel caso di persone nate sorde, le aree dell’udito vengono riciclate per incrementare le capacità del tatto e della vista.
Christina M. Karns, Ph.D., ricercatore associato al Brain Development Lab della University of Oregon, Eugene, ed i suoi colleghi, oltre a confermare precedenti studi realizzati dal direttore del laboratorio Helen Neville Ph.D., che indicavano un incremento della vista periferica e del movimento nelle persone nate sorde, hanno dimostrato la capacità del cervello di compensare le carenze incrementando altri sensi.
La Dottoressa Karns ed i suoi colleghi hanno messo a punto un nuovo apparato che ha permesso di verificare, con l’utilizzo della risonanza magnetica, l’uso alternativo delle zone cerebrali.
I risultati della ricerca sono molto importanti anche per la gestione di impianti cocleari sostitutivi nei bambini di 3 o 4 anni con problemi uditivi e per aiutarli nei processi di apprendimento.
Lo studio, finanziato dagli statunitensi National Institutes of Health, ha esaminato cosa succede nel cervello delle persone nate sorde. Con l’impiego della risonanza magnetica funzionale i ricercatori sono andati a vedere cosa succede nelle aree della corteccia deputate al senso dell’udito ed hanno trovato che, nel caso di persone nate sorde, le aree dell’udito vengono riciclate per incrementare le capacità del tatto e della vista.
Christina M. Karns, Ph.D., ricercatore associato al Brain Development Lab della University of Oregon, Eugene, ed i suoi colleghi, oltre a confermare precedenti studi realizzati dal direttore del laboratorio Helen Neville Ph.D., che indicavano un incremento della vista periferica e del movimento nelle persone nate sorde, hanno dimostrato la capacità del cervello di compensare le carenze incrementando altri sensi.
La Dottoressa Karns ed i suoi colleghi hanno messo a punto un nuovo apparato che ha permesso di verificare, con l’utilizzo della risonanza magnetica, l’uso alternativo delle zone cerebrali.
I risultati della ricerca sono molto importanti anche per la gestione di impianti cocleari sostitutivi nei bambini di 3 o 4 anni con problemi uditivi e per aiutarli nei processi di apprendimento.
Per saperne di più: www.nih.gov