Gioie e dolori della generazione iPod. Sono i pre-adolescenti e gli adolescenti a essere in pericolo. Papà e mamme sono avvertiti: «La musica "sparata" nelle orecchie – mette in guardia il professor Carlo Giordano, presidente della Società italiana di Audiologia clinica e ordinario di Otorinolaringoiatria all'Università di Torino – può causare effetti devastanti all'orecchio». Cuffie sempre più microscopiche che entrano completamente nel padiglione auricolare «vengono ormai utilizzate quotidianamente e costantemente per coprire i rumori del traffico, ma per far ciò il volume deve essere tenuto molto vicino agli 80 decibel, un livello sonoro in grado di provocare già le prime gravi lesioni alle cellule acustiche».
Non è solo colpa della musica a tutto volume. Sul banco degli imputati ci sono anche le norme non rispettate sui luoghi di lavoro. E poi l'inquinamento del traffico, dai tram sempre più pesanti e sferraglianti, all'«effetto riverbero» che producono le vie strette e ogni giorno più sature di auto, camion e pullman in coda. «Ma – prosegue il professor Giordano – l'abitudine alla musica costantemente accesa è una moda che dovrebbe essere tenuta sotto controllo, così come gli effetti della discoteca, dove si dovrebbero creare al più presto "aree di ristoro acustico": 15-30 minuti a "digiuno" dai decibel del rock basterebbero per far rilassare il sistema uditivo».
Bastano i dati dell'Università di Boston a far dire «occhio alle orecchie»: è dimostrato che la potenza di MP3, iPod, lettori Cd hanno una capacità di emissione del suono che va dai 91 ai 121 decibel, che si traduce in 139 decibel complessivi, con l'introduzione degli auricolari nel condotto uditivo che incrementa il segnale da 6 a 9 decibel. L'equivalente del rumore di un aereo in fase di decollo.
«Il pericolo – sottolinea il professor Giordano, che è primario all'ospedale Molinette di Torino – sta sia nella potenza d'uscita sia nel protrarsi del tempo a cui i ragazzi sono sottoposti, anzi si sottopongono, a questo bombardamento». E poco importa che la Apple, ad esempio, abbia introdotto il limitatore di volume nella sua serie Nano. «I ragazzini si passano il software che sblocca il limite, o conoscono i codici per farlo direttamente». L'iPod all'orecchio «non dovrebbe superare il tempo di un'ora al giorno al 60 per cento del potenza massima».
Quando nel 2010 si calcoleranno i malati di ipoacusia si dovranno aggiungere altri numeri: «Ad esempio i 20 miliardi di euro che rappresenteranno i costi diretto e indiretti dei danni da inquinamenti acustico, o le oltre 35 mila giornate lavorative perse per i disturbi e le terapie necessarie». C'è poi un particolare da tenere in considerazione, lancia un secondo allarme il presidente della Società italiana di Audiologia clinica: «Il mix rumore-fumo è in grado di decuplicare i disturbi all'orecchio, perché il fumo compromette la microcircolazione interna». Senza contare che, anche a livelli molto bassi, soffre in più di perdita del sonno e dei sogni, di tachicardie, ipertensione, ed è dimostrato sugli animali persino un'influsso negativo sulle secrezioni ormonali».