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Camera iperbarica per ipoacusia improvvisa. Serve o no?

Camera iperbarica, serve o no per l’ipoacusia improvvisa?

Ho già parlato della camera iperbarica per l’ipoacusia improvvisa in un altro post di qualche tempo fa, ma adesso vorrei rendere conto di una recente ricerca svolta in India da un gruppo di studiosi di due ospedali di New Delhi.

La ricerca è stata pubblicata su International Journal Surgery [novembre 2015, Volume 23, Supplement 1, Page S15] con il titolo: “To evaluate the effect of hyperbaric oxygen therapy on the hearing outcome in patients with sudden sensorineural hearing loss“.

Autori: S. Agrawal, N. Sharma, N. Banerjee [PGIMER & Dr. Ram Manohar Lohia Hospital, India].

Obiettivo della ricerca: verificare se l’aggiunta dell’ossigenoterapia iperbarica (camera iperbarica) al trattamento convenzionale, migliora la ripresa dell’udito in pazienti con ipoacusia improvvisa, e documentare eventuali effetti collaterali alla terapia iperbarica in questi soggetti.

Cos’è l’ipoacusia improvvisa

L’ipoacusia improvvisa – affermano in premessa gli autori della ricerca – è una comune emergenza otologica che ha inizio con l’improvvisa perdita unilaterale dell’udito.

Si assume per definizione che le cause dell’ipoacusia improvvisa sono di fatto sconosciute.

Questo è anche il motivo per cui, ritenendo che a determinare il problema concorrano molteplici fattori, si faccia ricorso a un insieme di terapie, fra le quali la terapia in camera iperbarica spicca per essere l’ultima arrivata.

Metodi impiegati nella ricerca

Per questa ricerca controllata e randomizzata (scelta casuale dell’inserimento dei pazienti in un gruppo o nell’altro, secondo un preciso metodo statistico) sono stati selezionati quaranta pazienti con ipoacusia improvvisa, di età compresa fra 18 e 60 anni.

A venti pazienti (Gruppo A) sono stati somministrati steroidi, destrano per l’aumento del volume plasmatico, estratto di gingko biloba, acido nicotinico, betaistina e l’antivirale acyclovir.

Il secondo gruppo (B) composto dai restanti 20 pazienti ha ricevuto lo stesso trattamento, con l’aggiunta di dieci sedute di camera iperbarica.

Entrambi i gruppi sono stati sottoposti a test audiometrico ogni 5 giorni, oltre che ogni fine mese, per la durata complessiva di tre mesi.

In quella occasione venivano registrati parametri come età, sesso, presenza di acufeni, sintomi vestibolari, tempo trascorso dall’inizio del problema alla terapia, gravità della sordità.

Risultati della ricerca

I risultati sono stati valutati sulla base di quattro parametri: inizio della cura; marcato tasso di recupero; tasso di recupero normale; riacquisto dell’udito.

I migliori risultati sono stati registrati nel Gruppo B (dove il recupero dell’udito è stato di 31.5±20.0 dB), significativamente superiori a quelli ottenuti dal Gruppo A [16.8±17.5 dB (p=0.018)].

Particolare interessante: i pazienti trattati nei primi sette giorni dal manifestarsi del problema hanno fatto registrare le performance più promettenti.

Inoltre chi non soffriva di vertigini ha avuto un recupero più marcato.

Il 20% di chi si è sottoposto alla terapia iperbarica ha accusato effetti collaterali (in genere otite media), ma non sono state rilevate altre complicazioni.

Valutazione complessiva dello studio

I ricercatori concludono affermando che l’ossigenoterapia iperbarica si è rivelata un valido complemento da aggiungere alle terapie convenzionali nell’ipoacusia improvvisa. Aumenta infatti in modo significativo i risultati della terapia.

Età, sesso, presenza di acufeni, gravità del problema non sembrano influenzare i risultati della terapia.

Fattori prognostici problematici sono invece: la presenza di vertigini e il ritardo nel trattamento della terapia iperbarica oltre i sette giorni dall’inizio del manifestarsi problema.

Nota a margine

Sfido chiunque a trovare in Italia un Otorino che, in presenza di ipoacusia improvvisa, indirizzi a un centro di ossigenoterapia iperbarica, in aggiunta al trattamento d’elezione (cortisone), o meno.

E quand’anche lo facesse, per entrare nella camera iperbarica ci vogliono tali e tanti certificati e referti di analisi (che potrebbero essere eseguiti in loco, ma figurati se qualcuno se ne assume la respondsabilità…), da rendere praticamente impossibile il trattamento non dico nei primi 7 giorni ma neppure nel primo mese, come prevede in genere il protocollo in Italia.

Ciò non vuol dire che non ci si possa o debba provare. Se il medico non suggerisce il trattamento, non bisogna esitare a chiederlo perché è previsto presso tutte le camere iperbariche esistenti da noi.

Ecco appunto dove trovare la camera iperbarica più vicina a te:

 Elenco Camere Iperbariche in italia by HydraSub Asti

Buona giornata!

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