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martedì, 3 Dicembre 2024
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Celiachia: “una condizione di vita”, parla il Prof. Luigi Greco

Le intolleranze alimentari sono compagne comuni del cammino evolutivo dell'uomo, ma la gran parte di esse sono transitorie e non producono danni severi alla salute dell'uomo. Si distingue, tra esse, la Intolleranza al Glutine , cioè alla proteina elastica strutturale del Frumento, dell'Orzo, della Segale e dell'Avena.

Questa Intolleranza, chiamata Celiachia, costringe milioni di individui nel mondo, a stare lontani da pane, pasta, biscotti, dolci e tutti gli alimenti che possano contenere una farina dei cereali tossici. I Celiaci tollerano invece bene le farine di Mais, Riso, Soia, che non contengono proteine con sequenze tossiche.
La Celiachia (Intolleranza al Glutine) si manifesta a tutte le età ed e' legata ad una specifica predisposizione genetica presente nell'individuo dal concepimento. I Celiaci reagiscono in modo anomalo contro il Glutine sviluppando una reazione di tipo autoimmunitario che coinvolge ogni organo del corpo umano. L'Intolleranza al glutine porta classicamente diarrea cronica, grave perdita di peso, distrofia, addome globoso, pallore, anoressia, sintomi carenziali. Nelle sue forme meno tipiche si presenta senza chiari sintomi gastrointestinali con anemia resistente al trattamento con ferro, bassa statura, epatite, lesioni dello smalto dentario, artrite, depressione psichica, ritardo puberale, amenorrea, ritardo dalla guarigione di malattie infettive, epilessia, linfoma intestinale. 

Di questa “condizione di vita” ci ha parlato il Prof. Luigi Greco, del Secondo Policlinico di Napoli,

 
Prof.Greco perché la celiachia è una patologia “Genetica”?
Conosciamo tutti, famiglie nelle quali vi è più di un caso di celiachia, in alcune sembra che sia quasi contagiosa: dal cugino, al ragazzo, alla mamma, al nonno. Ma non si tratta di una patologia genetica 'obbligatoriamente' trasmessa dai genitori ai figli: il rischio di celiachia nei familiari di primo grado di un soggetto affetto è appena superiore al 10% . Certo questa percentuale è almeno lO volte maggiore del rischio di persone che non hanno alcun grado di parentela: dunque i geni giocano un ruolo importante nella predisposizione e nella manifestazione dell 'intolleranza al glutine. Infatti due gemelli monozigoti, cioè geneticamente identici, hanno più dell'85% di possibilità di avere entrambe quest'intolleranza. L'individuo nasce con i geni della celiachia : dal momento che i geni non cambiano mai nel corso della vita, se non possiede dalla nascita i geni di predisposizione non potrà mai avere la celiachia. Se invece ha i geni necessari potrà manifestare l'intolleranza a qualsiasi epoca della vita. (Abbiamo a Napoli fatto una diagnosi in una nonna dalla veneranda età di 104 anni !). 

Attualmente la Genetica studia la Celiachia?
Da diversi anni si conosce il marcatore genetico della predisposizione alla celiachia : si tratta del sistema con il quale le nostre cellule di difesa (i leucociti) distinguono le molecole estranee al nostro organismo (gli' antigeni' di altri tessuti o di batteri e virus) . Tale sistema di geni, denominato HLA , da Human Leucocyte Antigen, è diverso per ciascun individuo e ci ha per millenni difeso dalle aggressioni del mondo esterno, ed ha preservato la integrità della specie umana. I soggetti predisposti verso la celiachia hanno un sistema HLA particolarmente efficiente a difenderli da parassiti ed agenti esterni: posseggono infatti i geni denominati DQ2 e DQ8 che si sono mostrati eccellenti per le difese immunitarie.

Recenti ricerche hanno suggerito che questi specifici sistemi di difesa del celiaco possano essere ingannati da un pezzetto (una sequenza) della molecola del glutine , che simula la sequenza di un virus ostile all'uomo. Il sistema HLA di tipo DQ2-DQ8 attiva una vivace risposta distruttiva verso questo presunto nemico, ma purtroppo, non esistendo dietro la sequenza che simula il virus, un vero organismo virale, si attiva una risposta 'killer' senza controllo, che alla fine si rivolge verso lo stesso individuo che l 'ha generata. Per questo la celiachia è una patologia genetica ad eredità multifattoriale di tipo auto immune con produzione di un auto anticorpo contro la ubiquitaria Transglutaminasi Tissutale Umana. La ricerca genetica italiana ha portato importanti contributi alla conoscenza del sistema HLA nella celiachia, portando ad una importante semplificazione ed unificazione delle conoscenze del ruolo dell'HLA. Dal punto di vista pratico gli individui, anche se familiari di celiaci, che non posseggono lo specifico tipo di HLA denominato DQ2 o quello DQ8 non possono sviluppare la celiachia, proprio perché manca loro il gene necessario a costruire la risposta 'anomala' contro il glutine. Ma questi marcatori obbligatori nella celiachia, di nuovo i geni HLA DQ2 e DQ8, sono presenti in una grande parte della popolazione non celiaca (dal 30 al 40%) , dunque avere i marcatori non significa mai avere l'intolleranza, bensì averne solo i geni di possibile predisposizione.

Quali saranno gli effetti ed i risultati della ricerca genetica?

Una migliore conoscenza del meccanismo attraverso il quale il glutine stimola la formazione di un auto anticorpo ed il danneggiamento dei tessuti. Dunque un passo avanti essenziale verso il controllo dell'eccessiva risposta immunitaria, ma anche uno strumento diagnostico che potrà permettere uno screening della intolleranza, prima che questa si manifesti, e faccia danno, evitando anche le sofferenze legate agli attuali strumenti diagnostici. Da più di un ventennio si ricercano geni associati alla celiachia : negli ultimi 3 anni sono stati fatti progressi assai più rilevanti di quelli fatti nell 'ultimo ventennio. Ma la strada è ancora lunga, faticosa, costosa e richiede l'impegno di tutti. Sono certo che la maggior parte di noi vedranno lo sviluppo definitivo delle conoscenze sul meccanismo che riduce un fiero popolo di guerrieri preda dell 'inganno della colla del grano.

Come mai tanti di noi (uno ogni 300) hanno una reazione cosi’ abnorme ad una comunissima proteina alimentare?

L'Intolleranza al glutine ha una origine genetica: per creare una mutazione associata ad un qualsiasi problema nella specie umana occorrono in generale diversi millenni: dunque le origini genetiche dell'intolleranza partono da lontano.

Concludendo ?

L'intolleranza al glutine e' probabilmente una caratteristica ereditata dalle popolazioni che non utilizzavano ancora la coltivazione della terra per sopravvivere. Le migliori condizioni di vita negli ultimi 50 anni hanno permesso ai bimbi intolleranti al glutine di sopravvivere all'offensiva delle infezioni e di manifestare dunque l'intolleranza ai principali cereali moderni. L'incidenza e' sostanzialmente omogenea in tutte le popolazioni europee, nel Nord Africa, in Israele, in Sud America, ed è inferiore ad un caso ogni 1000 nati vivi.
Si tratta dunque di una delle più comuni intolleranze alimentari che si possano mai registrare.
I celiaci sono una presenza comune nella nostra specie umana e non dovrebbero essere considerati malati, ma hanno il diritto di vivere protetti dalle terribili offese che il glutine provoca al loro organismo. Per conoscere quali iniziative sono state adottate per risolvere il problema ci siamo rivolti alla Pres.ssa. della Aic Teresa D’Amato, che ci ha spiegato il ruolo dell’associazione italiana celiaci.

Qual è il ruolo dell’Associazione Italiana Celiaci, Aic ?
L'Associazione Italiana Celiachia ha finanziato il gruppo di lavoro di specialisti in celiachia e genetisti per avviare uno screening dell’ intero Genoma Umano alla ricerca dei geni specifici della patologia, sviluppando un’ efficace strategia di raccolta fondi per la ricerca. L'Associazione ha ottenuto la gratuità dei prodotti essenziali per la dieta priva di glutine. Si batte attualmente per una chiarissima identificazione del contenuto dei prodotti normali in commercio.  Essa si fa interprete presso le istituzioni pubbliche, da quelle scolastiche a quelle amministrative, dei diritti della popolazione di intolleranti al glutine, al fine di facilitarne 1'inserimento nella vita sociale.  
Interviene presso le strutture sanitarie per diffondere le conoscenze sulla patologia, garantire i requisiti diagnostici essenziali e facilitare la sorveglianza della intolleranza al glutine.

Com’è strutturata l’Associazione?
L’associazione, nata ventiquattro anni fà per opera di pochi associati, attualmente è composta da un direttivo di otto persone e due medici che operano a livello sociale. Sul piano politico ha trovato attuazione la  LEGGE REGIONALE N. 2 dell’11 febbraio 2003 riguiardante: le Intolleranze alimentari – ristorazione differenziata nella Pubblica Amministrazione – Istituzione Osservatorio Regionale.

Chi provvede alla distribuzione dei prodotti senza glutine?
In Italia il mercato dei prodotti senza glutine era gestito fino a poco tempo fa solo ed esclusivamente dalle Farmacie, attualmente case produttrici come la Galbusera, la Scotti e laboratori artigianali fanno conoscere alcuni prodotti anche negli esercizi commerciali a prezzi contenuti.

Che novità ci sono state in quest’ ultimo anno?
L’Aic impartisce corsi di cucina. Presso l’istituto alberghiero napoletano, gli studenti imparano a preparare pietanze senza glutine. Ma la grande novità è quella delle ostie che si trovano sia nelle farmacie che in qualche chiesa. La nostra forza, conclude la Presidentessa D’Amato, è nell’equipe di medici e studiosi partenopei che si adopera a livello mondiale.

Gabriele Delosa

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