Cervello svelato significa che d’ora in avanti potremo guardarci dentro senza ricorrere alla chirurgia
Che effetto ti farebbe se il tuo medico di fiducia ti proponesse una sorta di speciale ecografia per avere un “cervello svelato”, cioè senza più segreti? In riferimento soprattutto a patologie di difficile interpretazione, come nel caso di Ménière e Acufeni?
Ci rimarresti di stucco, non prendiamoci in giro.
Eppure da oggi questa possibilità esiste, e avere un cervello svelato non è più un’ipotesi per qualche ricerca di laboratorio, ma una realtà.
La pubblicazione della scoperta su Nature e le conseguenze che ne derivano
Con il titolo “Ultrafast ultrasound localization microscopy for deep super-resolution vascular imaging” è stato pubblicata su Nature l’incredibile invenzione, capace di rivoluzionare il modo di fare diagnosi. [Nature 527, 499–502 (26 November 2015)]
Dopo aver elogiato gli straordinari progressi realizzati negli ultimi anni dalla microscopia a fluorescenza, l’articolo sottolinea che lo stesso progresso non si è avuto negli strumenti per l’ecografia che non riescono a superare una difficoltà di base, quella cioè della diffrazione, dovendosi destreggiare fra penetrazione nei tessuti e risoluzione dell’immagine.
Per andare più in profondità servirebbe un nuovo strumento diagnostico, auspicato del resto dalla classe medica che potrebbe così disporre della possibilità di esaminare un organo, come il cervello per esempio, nella sua dinamicità, e soprattutto in vivo.
Cosa hanno scoperto i ricercatori, che prima non si sapesse
I ricercatori, che grazie a questa invenzione si sono assicurati il Premio Nobel 2014 come riferisce Medicalive, sono riusciti a combinare la potenza della microscopia a fluorescenza con gli ultrasuoni superveloci, utilizzando così la tecnologia ottica e la tecnologia degli ultrasuoni per osservare l’interno del corpo umano.
In pratica, dopo aver iniettato nel sangue di un ratto un mezzo di contrasto consistente in micro bollicine di gas, hanno potuto esaminare il cervello della cavia in tutti i suoi microvasi, ottenendo immagini ad alta risoluzione che non sarebbe stato mai possibile ottenere prima con l’ecografia.
Come interpretare questa innovativa scoperta e cosa cambia per me e per te
Per rispondere a questa domanda è necessario richiamare alla mente quanto afferma David Perlmutter nel suo libro, e cioè come molte patologie “sconosciute” trovano la loro spiegazione in una qualche atrofizzazione (infiammazione o attivazione) del cervello.
Sarebbe per esempio il caso degli Acufeni o di Ménière (scordati che i medici ci capiscano qualcosa), ma anche di Alzheimer, Parkinson e via cantando.
Ora, se avessimo l’opportunità di avere un “cervello svelato” forse potremmo essere in grado di porre rimedio alle patologie che nello specifico ci tormentano.
Come? Questa è una domanda che mi sento rivolgere spesso. Ma ho fiducia che i suggerimenti di Perlmutter (nel libro spiega nel dettaglio il come) possano realmente condurci a modificare il nostro cervello.
Va bene, sei autorizzato a darmi del matto, non mi offendo. Ma neppure voglio che mi si ringrazi per questo, come direbbe Crozza-Marchionne.
Buona giornata!
[by Acufeni, che fare?]