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lunedì, 23 Dicembre 2024
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Glicazione, vuoi vedere che Acufeni e Ménière…

Glicazione, la chiave di lettura per patologie difficili da capire

E se, putacaso, anche Ménière e Acufeni avessero qualcosa a che fare con la glicazione?

No, non darmi subito del matto, anche perché qui la soluzione la dobbiamo cercare da soli, se aspettiamo la scienza non ne veniamo più fuori.

Dunque la glicazione. Mi avrai sentito più volte citare il neurologo americano David Perlmutter e il suo libro che ti raccomando caldamente “La dieta intelligente” (non mi stancherò mai di dire che si tratta di un’aberrante traduzione del titolo inglese “Grain Brain”, ma lasciamo perdere).

Cos’è la glicazione e perché dobbiamo temerla come la peste

Perlmutter parla della glicazione nel quarto capitolo del suo libro che s’intitola “Un’unione infruttuosa”  e ha come sottotitolo “Questo è il vostro cervello sotto l’effetto dello zucchero (naturale e non)“, espressione che lascerebbe pensare a un’immagine, ma guarda caso non c’è, colpa del redattore evidentemente cui il particolare deve essere sfuggito.

Essendo posizionato nel capitolo che riguarda lo zucchero è troppo facile pensare che la glicazione abbia a che fare con il medesimo.

La natura rese difficile accedere allo zucchero; l’uomo l’ha reso facile.

La citazione è tratta dal libro di Robert Lustig et al. “Public Health: The toxic Truth About Sugar“.

Hai capito l’antifona? Non ci si può sbagliare.

Voglio citare alla lettera Perlmutter per non commettere errori nel riportare il suo ragionamento: «Glicazione è il termine biochimico che indica il legame delle molecole di zucchero a proteine, grassi e amminoacidi; la reazione spontanea che provoca il legame della molecola di zucchero viene talvolta chiamata reazione di Maillard.»

Lasciamo stare questo Maillard perché il discorso ci porterebbe troppo lontano, però ciò che io, che non sono un medico, ma sto cercando di capire da dove mi arrivano Ménière e acufeni, ciò che ho capito è, per riprendere la citazione di Perlmutter: «Questo processo forma prodotti finali di glicazione avanzata (di solito opportunamente abbreviati in AGE, dall’inglese Advanced Glycation End-products), che rendono deformi e rigide le fibre delle proteine.»

Potrebbero essere le proteine deformate la causa dei nostri mali?

Le proteine, che ci proteggono dalle infezioni e dai malanni, devono avere una forma tridimensionale per poter svolgere la loro funzione.

Ma quando sono deformate, «se non si ripiegano in modo corretto assumendo la giusta forma, nel migliore dei casi saranno inattive e nel peggiore tossiche.»

La domanda allora è: qual è la causa del ripiegamento errato delle proteine?

Ricorda Perlmutter, prendendo spunto da una malattia ben conosciuta: «Nel caso della fibrosi cistica la risposta è ben definita, perché abbiamo identificato un difetto genetico specifico. Ma che dire di altri disturbi che hanno origini misteriose o che non si manifestano fino a un’età più avanzata? Torniamo ai prodotti finali della glicazione.»

Conclusioni da trarre sulla glicazione

Perlmutter non dice esplicitamente che Ménière e acufeni abbiano a che fare con la glicazione (per la verità glielo ho anche chiesto ma ad oggi non ho ricevuto l’attesa risposta). Tuttavia a me pare di leggere nelle sue parole l’origine di tutti (o quasi) i mali.

Giudica tu stesso: «Data la rilevanza di questo processo [glicazione, ndr], medici ricercatori di tutto il mondo sono impegnati nel tentativo di sviluppare vari modi per ridurre la formazione degli AGE (Advanced Glycation End-products) con l’aiuto dei farmaci. Senza dubbio, però, il modo migliore è ridurre in partenza la disponibilità di zucchero

Hai idea, per concludere, di quante fonti di zucchero disponiamo nell’arco della giornata? Alcuni esempi: pane, pasta, frutta, zucchero nel caffè, pizza, bevande e succhi di frutta, biscotti e dolcetti vari.

Personalmente li ho eliminati tutti (la frutta l’ho ridotta al minimo). Con grande sacrificio?

Per nulla! E se leggi il libro di Perlmutter capirai perché.

Scusa, mi sono dilungato un po’ in citazioni oggi, ma credo che questo sia il fulcro della questione, anche per acufeni e Ménière, checché ne dicano i signori medici che scrutano nell’orecchio e poi restano senza parole…

 

by Acufeni, che fare?

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