Infiammazione, cos’è e perché è pericolosa?
Se soffri di acufeni dovresti tenere sotto costante controllo l’infiammazione, quello stato generale in cui tutte le funzioni sono sottosopra, a partire dal cervello.
Perché?
Riferisce MedicaLive che un ricercatore italiano, Andrea Volterra, regolarmente e presumo forzatamente esodato in Svizzera, ha fatto una scoperta sensazionale.
Ed è che l’infiammazione danneggia memoria e funzioni cognitive, “#sapevatevelo”?
Funzioni cognitive che oltre ad Alzheimer e demenza senile, hanno a che fare anche con i nostri “misteriosi” acufeni (non se ne abbiano i miei colleghi di sventura per l’abbinamento con patologie tanto gravi, ma le cose stanno proprio così).
Cos’ha scoperto Andrea Volterra?
Ha portato le prove, pubblicandole sulla rivista scientifica Cell di quanto ho appena affermato, cioè che l’infiammazione è deleteria per le funzioni cognitive [puoi vedere l’abstract al link: “Neuroinflammatory TNFα Impairs Memory via Astrocyte Signaling” 10 dicembre 2015].
Intendiamoci, non è che la cosa risulti del tutto nuova.
Per dire, David Perlmutter, il noto neurologo americano, nel suo libro Grain Brain [titolo italiano: La dieta intelligente] fa spesso riferimento a questa specifica circostanza, attribuendo appunto ai fattori infiammatori i flagelli che spopolano in tutto il mondo cosiddetto “progredito”, e che provengono da un cervello andato ormai in pappa: diabete, Alzheimer, demenza senile, Parkinson…
Cosa c’è che non funziona nel cervello “progredito”
Ha dichiarato all’ANSA Andrea Volterra: «La scoperta è importante considerando il fatto che in certe patologie il TNF-alfa aumenta anche di più, ad esempio di 20-30 volte, e può restare a tali livelli alti per mesi o anni, come avviene nell’Alzheimer».
Ben detto, professor Volterra!
Se questa è la causa, qual è la possibile terapia per venirne fuori? Questo è il punto.
Semplice, dice Volterra. Basterà studiare un farmaco capace «di penetrare nel cervello e bloccare l’iperattivazione degli astrociti indotta dall’eccesso di TNF-alfa».
Domanda: ma perché creare un farmaco, quando abbiamo a disposizione tutta la natura, per così dire, per tenere lontani da noi i fenomeni infiammatori? Giusto per offrire, se ce ne fosse bisogno ancora, un’altra opportunità all’industria farmaceutica? No, grazie.
Risolvere il problema alla radice attraverso l’alimentazione
In sostanza, piuttosto che agire con un nuovo farmaco (tutto da inventare e sicuramente non privo di effetti collaterali), tutto ciò che dovremmo fare è scegliere cibi non infiammatori e impedire così che fenomeni infiammatori si installino nel cervello.
Come? Sto seguendo personalmente la dieta Sto seguendo personalmente la dieta antinfiammatoria (da più di 4 mesi oramai) di David Perlmutter.
Ho perso un bel mucchio di chili (da 78 e passa kg, a 65), sto benissimo, sono pieno d’energia, i miei acufeni sono ridotti all’osso, Ménière si vede costretto a gettare la spugna…
Non male! What else?
Buona giornata!
P.S. – Se vuoi sapere come ho fatto, scrivimi all’indirizzo redazione@acufenichefare.it, ti risponderò in giornata.
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[by Acufeni, che fare?]