C’è una correlazione diretta tra inquinamento acustico e perdita progressiva dell’udito? A quanto pare sì: a dirlo è lo studio World Hearing Index 2017; la notizia in particolare non è positiva per l’Italia, soprattutto per chi vive a Roma o a Milano
La capitale infatti si trova al 15° posto della classifica mondiale per rapporto tra inquinamento acustico e sordità, mentre Milano è fuori dalla Top 20, ma si classifica comunque 33esima tra le 50 città del mondo prese in considerazione.
Lo studio ha incrociato i dati di oltre 200.000 partecipanti di 50 città in tutto il mondo, con le statistiche fornite dall’Organizzazione Mondiale della Salute e con i report SINTEF sull’inquinamento acustico.
Leggendo i dati si scopre invece che, a livello mondiale, la città con meno inquinamento acustico in assoluto è Zurigo, mentre i residenti di Vienna sono quelli con la minor quantità di perdita della capacità uditiva in proporzione alla loro età. La città più rumorosa invece è Guangzhou, in Cina, seguita da Delhi, in India, che fa anche registrare il rapporto più elevato tra perdita dell’udito e inquinamento acustico.
Lo studio sembra dunque confermare ulteriormente il rapporto diretto tra inquinamento acustico e perdita dell’udito, già emerso da altri studi recenti sull’argomento, evidenziando tra i due fenomeni una correlazione positiva del 64%.
L’inquinamento acustico può causare problemi alla salute a breve e lungo termine; disturbi del sonno, calo delle prestazioni scolastiche o lavorative, effetti cardiovascolari e logoramento dell’apparato acustico con conseguente deficit uditivi sono i rischi verso cui sensibilizza l’Organizzazione Mondiale della Sanità – OMS. L’esposizione al rumore non dovrebbe eccedere la soglia dei 70 decibel nell’arco delle 24 ore e degli 85 dB in un’ora per evitare problemi all’udito, sottolinea l’OMS.
Fonte: https://mimi.io/en/hearingindex/
Citato in: www.tomshw.it