Iperacusia, se i rumori sono troppo forti
Sull’iperacusia l’Huffingtonpost ha pubblicato recentemente (12 maggio 2016) un articolo scritto da McKenna Bulkley, una persona fra le tante che ha dovuto fare i conti con questo problema, con acufeni e intolleranza ai rumori.
Una condizione che anch’io, che invece soffro di ipoacusia piuttosto grave, sperimento sulla sponda opposta, ma il risultato è praticamente lo stesso, prendiamo per esempio gli acufeni che sono sicuramente un bel problema per iperacusia e ipoacusia, non fa differenza.
Problemi d’udito e depressione
E’ dimostrato che la perdita dell’udito porta alla depressione, sia per iperacusia che per ipoacusia. Giusto qualche giorno fa, il 20 maggio, QuotidianoSanità riferiva di una ricerca in questo senso, pubblicata sulla rivista scientifica JAMA Otolaryngology (quella degli Otorino americani, non si scherza), il cui succo è appunto che sentirci bene tiene lontana la depressione, specie in età avanzata (e dagli con l’età!).
Come spesso accade con le ricerche scientifiche in ambito medico, ma non solo, non occorreva neppure scomodare ricercatori di rango per trovare questa “verità”.
A chi non è capitato di vedere la rassegnazione (se non la disperazione) nel volto di chi ha perso l’udito o ha comunque problemi d’udito, acufeni mettiamo il caso, e non sa a che santo votarsi e si lascia andare senza reagire.
Le soluzioni ci sono e non c’è motivo di abbattersi, è vero gli apparecchi acustici costano un sacco di soldi, ma questo è un altro problema, neppure il Governo ci sente da questo orecchio…
Ma veniamo all’articolo di cui volevo parlare
E’ dedicato, come specificato in premessa, all’iperacusia e di conseguenza anche agli acufeni, la cosa ci interessa.
Al solito, visita di rigore presso più di un Otorino, preoccupazione dei parenti, tentativi di imparare il labiale, la solita routine, insomma.
Ma ecco cosa dice di aver imparato da questa “avventura” la Bulkley.
Lezione n.1 – “Ripeta, per favore”
Le persone non amano ripetere, per non dire che si scocciano fortemente quando viene detto loro “Ripeta, per favore, non ho capito bene”.
E’ vero, non te lo dicono apertamente, perché sono persone ben educate, però assumono un atteggiamento tale che fa capire bene cosa stanno pensando: “Va bene la sordità, ma giusto a me mi doveva capitare questa…”.
Alcuni non tengono neppure in conto la richiesta di ripetere e vanno avanti tranquilli con i loro discorsi e “se non capisci, pazienza”.
Quest’ultima situazione è molto “divertente” soprattutto al lavoro con il capo che non ammette repliche, figuriamoci.
Lezione n.2 – “Quando ti arrivano gli Apparecchi acustici?”
Non ti hanno mai detto “Non posso aspettare che tu abbia gli apparecchi acustici per andare al cinema”? Sei fortunato.
Oppure: “Quand’è che ti arrivano questi benedetti apparecchi, così potrò smettere finalmente di gridare”. Carino!
La perdita d’udito (iperacusia o ipoacusia, non importa) rende le cose più difficili per tutti. Ma gli apparecchi acustici sono una cosa seria, non li si indossa per far piacere a questo o a quella. La prescrizione può venire soltanto dal medico, e il consiglio è di competenza dell’Audioprotesista.
Lezione n.3 – Ho imparato la lingua dei segni
Sostiene McKenna Bulkley che è stata la decisione più saggia mai presa prima in vita sua.
Ecco cosa scrive:
Finora non mi era mai capitato di avere una conversazione con una persona sorda, a gesti o a parole. Ma adesso mi sono letteralmente innamorata di questo linguaggio stupefacente. Finalmente posso stare in una stanza dove non devo lottare per seguire una conversazione perché non riesco a sentire cosa mi sta dicendo il mio interlocutore.
Un esempio che forse sarebbe da imitare, visto che il numero delle persone coinvolte in una perdita uditiva aumenta senza sosta in tutti i Paesi. E hai idea di quanti soffrono di Acufeni? Si stima che almeno il 10% della popolazione italiana vi sia coinvolta (ma dicono, per esempio l‘AIT) che la stima sia largamente al di sotto dei casi reali.
Lezione n.4 – Esiste una Comunità Sorda (anche in Italia, ovviamente)
Racconta ancora la Bulkley che quando sono iniziati i problemi d’udito lei era letteralmente sconvolta. E afferma di essere grata alla Comunità Sorda (nelle cui acque dice di aver immerso appena l’alluce…) perché vi ha conosciuto persone tutt’altro che frustrate e depresse per via della sordità profonda.
Adesso non ha paura più di dichiarare che la sua perdita d’udito l’aveva gettata nello sconforto, complice pensiero fisso di dover affrontare per tutta la vita una situazione molto difficile. Mentre adesso, dopo aver conosciuto persone sorde straordinarie, è orgogliosa di condividere con la Comunità sorda almeno un aspetto che l’accomuna agli altri membri.
Questo è tutto sull’iperacusia e i disturbi dell’udito.
Ma visto che il mese di maggio è dedicato all’Udito e alla sua prevenzione vorrei segnalare anche il recente articolo di Hearing Review dedicato alle nuove tecnologie audiologiche.
Udito, quanto conta l’Audioprotesista
Nonostante i progressi delle tecniche audiologiche (intendi “apparecchi acustici“) il ruolo dell’Audioprotesista è insostituibile per aiutare chi ha problemi d’udito ad affrontare la giornata con serenità.
Fermo restando che gli apparecchi acustici non sono dei semplici amplificatori, e in questo caso non ci sarebbe certo bisogno dell’Audioprotesista, ciò che oggi si tenta di fare è fare in modo che il paziente sia in grado di affrontare qualsiasi ambiente, sentendosi a proprio agio, cioè “sentendo”.
Ciò richiede una regolazione costante degli apparecchi che solo l’Audioprotesista è in grado di seguire nel tempo, con gli strumenti più aggiornati e sofisticati.
Ad affermare quanto sopra è Laurel A. Christensen, PhD, Capo in testa dell’ufficio audiologico di ReSound Group.
Certamente tira l’acqua al proprio mulino, ma credo le si debba riconoscere l’onestà intellettuale (non ha neppure parlato della sua azienda).
Tenuto conto che in media si lasciano passare almeno sei anni da quando insorgono le prime difficoltà uditive prima di recarsi dall’Audioprotesista per un controllo, meglio sarebbe non aspettare tanto tempo perché la situazione non può che peggiorare. Gli apparecchi acustici aiutano infatti a preservare la porzione di udito restante e non solo.
In ogni caso condivido quanto afferma a proposito dell’Audioprotesista perché la mia esperienza personale come portatore di apparecchi acustici mi consente di farlo.
Buona giornata!
P.S. – Come forse saprai ho reso disponibile il mio report che ha per titolo “Acufeni Insopportabili?“. Fossi in te darei un’occhiata a questa pagina dove racconto perché potrebbe interessarti
[by Acufeni, che fare?]