Mai sentito parlare del Metodo Coué?
Be’, non fartene un problema, neppure io avevo mai sentito nominare il Metodo Coué prima d’ora, che importa?
L’essenziale è capire se può servirci a superare Acufeni e Ménière, questo è il punto.
E a me parrebbe di sì. E in questo post cercherò di spiegarti il perché.
Il padre del Metodo Coué
Il fondatore è il farmacista francese Emile Coué (1857-1926), divenuto famoso oltre che per la scoperta del cosiddetto “effetto placebo”, anche e soprattutto per l’autosuggestione conscia, di cui appunto voglio occuparmi, visto che è il fondamento del metodo.
L’autosuggestione è uno strumento che utilizziamo spesso e volentieri, la maggior parte delle volte senza neppure rendercene conto.
Oltre che in maniera inconscia, usiamo questo potere quasi sempre a nostro sfavore, cioè contro noi stessi.
Un esempio? Quando diciamo “Non ce la faccio…“; “Non posso…“; “Magari potessi…“; “Non me lo posso permettere...“. Tutte le volte che lo facciamo, sabotiamo i nostri progetti e il nostro futuro.
Sono tutti modi con cui siamo soliti autosuggestionarci, fino a convincerci che non siamo davvero in grado di superare quel determinato ostacolo.
E quindi? E quindi non ci proviamo neppure (infatti è una delle circostanze da escludere rigorosamente se si vuole applicare il metodo. Mai “provare” a fare qualcosa, bisogna fare e basta!).
Su cosa si basa il Metodo Coué e perché può esserci utile
Come avrai già capito, se è vero che utilizziamo in maniera inconsapevole l’autosuggestione per “farci del male”, e votarci a un numero impressionante di limitazioni, possiamo però anche imparare a farne uso in maniera da “farci del bene“, in maniera consapevole.
La premessa è che fra la volontà (quella per cui ci impegniamo a svolgere un determinato compito ingrato, con sprezzo del pericolo e senza badare a sacrifici e spese, spesso in contrapposizione con ciò che sentiamo nel profondo di noi stessi) e il subconscio (cioè la parte di noi stessi cui è demandato il compito di gestire la respirazione, il battito cardiaco, il funzionamento degli organi interni ecc.), a vincere è sempre e inevitabilmente il subconscio.
C’è da aggiungere a questa premessa che il nostro subconscio non è in grado di prendere l’iniziativa, non giudica, ma si limita a eseguire quanto gli è stato impartito come ordine dalla mente conscia (ivi compresi tutti i nostri pensieri passati, presenti e futuri, negativi e positivi che siano).
Come possiamo sfruttare a nostro vantaggio questa premessa
Dalla premessa scaturisce un corollario, ed è questo.
Se noi impartiamo coscientemente un ordine al nostro subconscio (con tutte le riserve del caso che potrebbero impedire l’operazione), il subconscio stesso non potrà che eseguire diligentemente.
E visto che è preposto al funzionamento dei nostri organi, vuol dire che “consapevolmente”, cioè in maniera conscia, gli potremo far fare quello che vogliamo anche nel campo della salute.
Il ragionamento fila fin qui? Bene.
E’ il momento di tornare al Metodo Coué
Se tutte queste premesse sono vere (e lo sono, fidati!) vuol dire che se riusciamo a impartire al subconscio l’ordine di farci star bene, non potrà rifiutarci la cortesia.
Il problema è come riuscire a impartire l’ordine al subconscio, dato che nel far questo inevitabilmente interverrà a distrarci la nostra mente razionale che con i suoi ragionamenti potrebbe addirittura sabotarci.
E’ a questo punto che interviene il Metodo Coué che, lo dico subito per incoraggiarti, è di una semplicità disarmante nella pratica, e altrettanto stupefacente negli effetti che produce.
Effetti che si verificano in tutte le persone che lo praticano, ad eccezione, come dice lo stesso Coué, di due categorie di soggetti: quelli che purtroppo non hanno la capacità di intendere (classificati come minus habens); e quelli che non vogliono capire.
Il Metodo Coué in pratica
L’ordine da impartire al subconscio può essere una convinzione, una dichiarazione, com’è appunto nel caso dell’autosuggestione.
E il segreto per riuscire a tenere fuori la mente razionale mentre si entra in contatto con il subconscio, al fine di “scolpire” su di esso l’autosuggestione, è la ripetizione veloce del messaggio, ripetizione stabilita nella misura di 20 volte, per tre volte al giorno.
Si tratta di ripetere, mattina, mezzogiorno e sera, per 20 volte consecutive, la semplice frase: “Ogni giorno, sotto ogni punto di vista, sto sempre meglio“.
Per quanto tempo? Fino alla soluzione del problema, se ce n’è uno; oppure, sempre, se si vuole mantenere un ottimo stato di salute.
Tutto qui. Non è disarmante? Lo è, sotto ogni punto di vista.
Ma le guarigioni sono reali
Scrive lo stesso Cuoé nel suo piccolo volume “Il dominio di sé“: «Questo metodo dà risultati meravigliosi ed è facile capire il perché. Infatti, seguendo il mio consiglio, è impossibile fallire.»
E più avanti: «Al fine di comprendere adeguatamente il ruolo svolto dalla suggestione – o meglio, dall’autosuggestione – è sufficiente sapere che l’inconscio è il grande regista di tutte le nostre funzioni. Fagli credere che un organo malfunzionante debba svolgere la sua funzione, e subito l’ordine viene trasmesso. L’organo “obbedisce” e riprende le sue funzioni in modo normale, progressivamente o istantaneamente. Questo spiega in modo semplice come, attraverso la suggestione, si possa fermare un’emorragia, curare la stitichezza, far scomparire tumori fibrosi, curare paralisi, lesioni, ulcere eccetera.»
Dunque, mi viene da dire, anche su Acufeni e Ménière possiamo agire allo stesso modo, perché no?
Non ho trovato riferimenti su questo aspetto (cioè testimonianze di guarigioni da queste patologie), ma in linea di principio non vedo quali ostacoli possano impedire di sperimentare questa via.
Per questo motivo, io ho già iniziato, suggerisco per questa estate di seguire alla lettera il Metodo Coué e registrare gli eventuali risultati ottenuti. E’ il nostro compito per l’estate!
Per i più scettici
Riporto di seguito un esempio di guarigione tratto dal libro di Coué (ma ce ne sono tanti altri…)
«Il signor Y. ha sofferto di nevrastenia per diversi anni. Ha avversioni, paure nervose e disturbi dello stomaco e dell’intestino. Dorme male, è cupo e ossessionato dall’idea del suicidio, barcolla come un ubriaco, quando cammina e non riesce a pensare ad altro che al suo disturbo. Tutti i trattamenti hanno fallito e lui sta sempre peggio; un soggiorno in una casa di cura speciale per tali casi non ha comunque alcun effetto su di lui. Gli esperimenti preliminari sono relativamente semplici. Spiego al paziente i principi dell’autosuggestione e l’esistenza entro di noi del conscio e dell’inconscio, poi applico la suggestione richiesta. Per due o tre giorni il signor Y. ha un po’ di difficoltà con le spiegazioni che gli ho dato, ma in breve tempo la “luce” irrompe nella sua mente ed egli comprende tutto. Rinnovo la suggestione tutti i giorni. Il miglioramento, dapprima lento, diventa sempre più rapido, e in un mese e mezzo la cura è completa. Colui che si credeva il più disgraziato degli uomini, ora si considera il più felice.»
Per approfondire
Premesso che, come spero, sia riuscito a darti un’idea del Metodo Coué e di come metterlo in pratica semplicemente, ti suggerisco di leggere il suo libro per avere una visione complessiva dell’argomento.
Nulla ti proibisce però di mettere subito in pratica il tutto.
Basterà ripetere la frasetta: “Ogni giorno, sotto ogni punto di vista, sto sempre meglio“.
Cosa potrà succederti? Semplicemente di stare meglio, ti pare poco?
Ecco infine alcuni LINK per approfondire che ho raccolto per te in un pdf.
Buona lettura e buon esercizio estivo!