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Perdita dell’udito nei bambini, anche i vaccini allontanano il rischio

La perdita dell’udito nei bambini potrebbe essere prevenuta in 6 casi su 10. E questo grazie ad alcuni vaccini, a un uso più consapevole di farmaci dai possibili effetti tossici sull’udito del feto, alla prevenzione di parti prematuri e nascite sotto-peso.

Nel mondo, stima l’Organizzazione Mondiale della Sanità, sono circa 360 milioni le persone che convivono con le varie forme di ipoacusia. Di questi circa 32 milioni sono bambini e adolescenti fino a 15 anni, in particolare in Paesi a basso e medio reddito. Ma oltre la metà dei casi potrebbe essere prevenuta così da garantire al fanciullo uno sviluppo psicofisico armonioso e una vita serena. Per i bambini, infatti, l’udito, oltre a essere uno strumento fondamentale per l’apprendimento del linguaggio, è anche la chiave per entrare in relazione con il mondo che lo circonda. Perdere questa capacità significa rischiare isolamento sociale, stress e frustrazione.

Escludendo un 40% di casi dovuti a cause congenite, nel restante 60% le cause sono acquisite. Nel 31% dei casi è colpa di malattie infettive infantili come morbillo, parotite e meningite ma anche rosolia e infezione da citomegalovirus acquisite invece dalla mamma; per il 17% l’ipoacusia è dovuta a complicazioni alla nascita: prematurità, basso peso, asfissia e ittero neonatale. Per il 4% circa, entrano in gioco i cosiddetti farmaci ototossici, ovvero farmaci dagli effetti nocivi all’udito del feto, tra cui quelli usati nel trattamento di infezioni neonatali. Il restante 8% include malformazioni congenite non genetiche e altre cause prenatali materne.

Per scongiurare il rischio di ipoacusia è necessario, pertanto, vaccinarsi contro le malattie prevenibili, minimizzare il rischio di complicanze alla nascita e accertarsi degli effetti collaterali dei farmaci;

Fonte: http://www.humanitasalute.it

Sabrina Savioli
Audioprotesista e Audiometrista laureata all'Università degli studi di Roma "La Sapienza"

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