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sabato, 23 Novembre 2024
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Youtube a misura di sordi grazie ai video con i sottotitoli

 YouTube, il servizio di condivisione video di Google, ha iniziato a offrire la sottotitolazione automatica dei filmati pubblicati. La traduzione dei sottotitoli sarà in cinquanta lingue, anche se per il momento la generazione automatica avviene solamente in inglese. I primi esperimenti – fanno notare i siti informatici – mostrano che la precisione non e' totale e che compaiono errori o imperfezioni. Nonostante questo, la funzione e' ottima per avere almeno l'idea di quello che viene detto nel filmato e risultera' utilissima per alcuni disabili oltre che per fruire di YouTube in luoghi molto affollati o che impongono il silenzio. Il proprietario del video sottotitolato potra' scaricare i sottotitoli e se crede correggerli, per reinviarli a YouTube perfetti. Il principale vantaggio proclamato da Google – si legge on line – e' anche quello di rendere il servizio accessibile ai non udenti e a coloro che stanno cercando di imparare l'inglese.'La parte fondamentale del Dna di YouTube e' l'accessibilita' al contenuto', ha infatti spiegato il product manager Hunter Walk. Lo sviluppatore software di Google Ken Harrenstien, sordo dalla nascita, ne ha poi sottolineato – come scrive Puntoinformatico – l'importanza, spiegando che ora, grazie al nuovo servizio, potra' andarsi a rivedere quei corsi del MIT che non aveva potuto seguire, 'non avendo senso sedere li' e guardare le persone muovere la bocca'. Il servizio e' possibile grazie al software di riconoscimento vocale sviluppato da Google e finora testato con alcuni partner (per esempio per i canali di alcune universita' statunitensi e del National Geographic) e che utilizza alcuni degli algoritmi utilizzati dal Voice Search impiegato da Google nel mobile. Quella per generare sottotitoli e', peraltro, una tecnologia in sviluppo da molti anni, e che attualmente e' ritenuta in stato avanzato ma non ancora perfetta, soprattutto nei casi in cui a non essere perfetta e' la traccia audio del filmato. Lo sa, d'altronde, anche Google: 'Non e' una soluzione completa ma un passo verso la reale soluzione – afferma il Googler Mike Cohen – uno spelling non corretto non e' sempre un problema e altre volte e' anche divertente'.

Fonte: http://www.aduc.it

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